Cose che succedono a L’Aquila
Sembra impossibile, invece è proprio così… questo è il dilemma che attanaglia molti cittadini aquilani ed a leggere i loro post sul gruppo “L’aquila che vorrei”, fa davvero pensare che il terremoto si stato velocemente dimenticato.. che non abbia insegnato nulla e che non abbia lasciato alcuna traccia dolorosa nei cuori di molti cittadini.
In realtà, fin da subito, a differenza di tanti altri luoghi in Italia e nel Mondo, non vi era stata alcuna inizativa assunta dalla città per ricordare chi in quella notte tra il 5 e 6 aprile 2009, ha perduto la vita, e non solo per il terremoto, ma perchè tanti avevano collaborato ad anestetizzare la percezione del rischio e più ancora, perchè molti avevano costruito male, anzi malissimo gli edifici.
Uno di questi edifici costruiti malissimo, era quello di Via Campo di Fossa, dove appunto abitava Ilaria e dove lei se n’è andata via, sotto sei piani di maceria, con Paolo e con altre 27 persone…. Un’Ecatombe… A L’aquila quello è stato il palazzo che ha fatto più morti in assoluto, quello che si è disintegrato, di cui non è rimasto più niente.
Vista l’asssoluta inerzia della città, agli inizi del 2010, come Associazione, proponemmo , stante i risultati geologici e le perizie fatte subito dopo il terremoto che attestavano quanto quell’area fosse inadatta alla edificazione, di realizzare un luogo della memoria su piazzale PAoli, ricomprendendo in questo Parco anche l’area sulla quale insisteva il palazzo crollato, proprio per evitare che vi si riedificasse di nuovo, stante la pericolosità del sito.
Abbiamo quindi regalato al Comune de L’Aquila un progetto , redatto da laureandi dell’Università de L’Aquila, Facoltà di Ingegneria Edile Architettura, con la supervisione di professori universitari nonchè valenti e noti professionisti, dell’Università de L’Aquila.
Probabilmente ciò che si regala non viene sufficientemente stimato e soprattutto in una rissosa seduta comunale del 31 Agosto 2011 o 2012, qualcuno affermò che non si poteva realizzare qualcosa proposto da una Associazione che aveva sede a Lanciano!|!!!!
Direte che questa argomentazione fa ridere, eppure io il verbale di quella seduta ce l’ho….
Insomma alla fine, il Comune decide di realizzare un luogo della memoria ed indice un concorso pubblico che viene vinto da un progetto che prevede la realizzazione di una grande vasca/fontana e di un parco…
A noi, come associazione il progetto non piace, anche perchè, tra l’altro, non prevede l’inglobamento dell’area dell’edificio caduto, che volevamo sottrarre ad una nuova edificazione, ma tant’è..
Passa il tempo e scoppia una polemica da parte di alcuni cittadini aquilani che vogliono voltare pagina, che non vogliono luoghi della memoria che vogliono “portare il ricordo nel cuore”….
Questo èè un segno evidente che quando dopo il terremoto del 1703 si realizzò la Chiesa delle anime Sante, la sensibilità era diversa….
Pare anzi che questi stessi cittadini, vogliono che si realizzi in quel luogo un comodo parcheggio a servizio dei negozi del centro che hanno diritto di vivere e prosperare….
Non so se definire cinica la raccolta firme organizzata e non so quanto questa cosa offenda la memoria di tutti coloro che in quella tragedia, benchè non aquilani, hanno perso i figli, ed i familiari.
Spero che il Comune non scenda a patti con queste persone che non oso qualificare. Spero che un pò di buon senso se non di sensbilità, qualcuno in quella città ce l’abbia e lo dimostri.
Certo non sarà un parco, una fontana che ci restituirà i sorrisi e gli abbracci dei figli perduti, ma vedere che dove sono morti in 29, dove quelle pietre sono intrise ancora del loro sangue che ha concimato l’erba che vi cresce, non ci si raccoglie in meditazione, ma si va allegramente a parcheggiare una macchina, fa spavento e ribrezzo!