Il prossimo 30 settembre la biblioteca del Polo universitario di Roio, a L’Aquila, sarà intitolata agli studenti e alle studentesse dei corsi di Ingegneria deceduti nel sisma del 2009. L’iniziativa è a cura dell’Università degli Studi dell’Aquila. La cerimonia è prevista a mezzogiorno in località Monteluco di Roio, nel piazzale Ernesto Pontieri.
Seguirà l’inaugurazione del murale “Il tempo non si è fermato” dell’artista Alessandra Carlone, realizzata per volontà dell’associazione “Ilaria Rambaldi onlus” con sede a Lanciano. Furono, complessivamente, 55 gli studenti morti nel devastante terremoto.
“Un’iniziativa – dice l’avvocato Maria Grazia Piccinini, presidente della Rambaldi onlus e che nel sisma ha perso la figlia Ilaria Rambaldi e il fidanzato di lei, Paolo Verzilli – a cui abbiamo lavorato tanto affinché si concretizzasse, poi i tempi si sono allungati a causa della pandemia da Covid-19. E’ un modo per ricordare quelle vite spezzate nel fiore degli anni in quella catastrofe”.
Università di Ingegneria a Roio
Il 28 settembre invece il Comune dell’Aquila inaugurerà il Parco della Memoria.
“Taglio del nastro – dice Piccinini – a cui personalmente non sono stata invitata. Sui social sono incappata in un post del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, a cui ho replicato, evidenziando che non sono stata contattata per l’evento e, come me, tutte le famiglie che conosco. Ritengo di aver subito un’offesa in quanto noi familiari siamo quelli che abbiamo sofferto e soffrono quotidianamente per quanto accaduto. Per noi non ci sarà mai pace e niente sarà mai abbastanza. Né si possono invitare i familiari tramite un comunicato stampa spedito ai media.
Personalmente, oltre, all’offesa arrecata a tutte le famiglie ignorate dall’evento, mi sento ancora di più offesa, in quanto quel Parco è stato realizzato lì perché l’associazione che io rappresento l’ha voluto, facendo una raccolta di firme depositata in Comune”.
“La mia associazione – prosegue – ha anche regalato un progetto, che è stato ignorato, al Comune de L’Aquila elaborato dagli amici di Ilaria e Paolo, oggi tutti ingegneri e architetti, e da alcuni professori dell’Università de L’Aquila. Infine come associazione, siccome ci risultava insopportabile l’idea di vedere scritti i nomi delle vittime nel fondo dei vasconi costruiti in memoria, senza previsione di ricircolo dell’acqua, abbiamo predisposto quattro bozzetti di modifica del progetto affinché i nomi fossero fuori dall’acqua. E oggi lo sono. A fronte di tanto impegno e di tanta partecipazione, avere in cambio l’oblio ed essere ignorati, sconvolge e fa rabbia. Come vengono rispettate le vittime? Quali vittime vengono rispettate? Forse, qualcuna è più vittima di altre?”